Gay & Bisex
Affittacamere, 6 sett. Micetti

11.07.2025 |
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"Io gli succhio il pisello e il padrone di casa gli lecca il buchetto, senza perdere un colpo nel ritmo con cui mi penetra a fondo..."
E per la prima volta la tensione che provo davanti a questa porta viene smezzata. Sasha è lì accanto a me, complice di questa nuova esperienza.Suono e Carlo ci apre in breve, neanche fosse dietro la porta ad aspettarci.
Indossa solo un asciugamano attorno alla vita, mentre sorride coi suoi denti candidi e scosta il suo copro scolpito e scuro per farci entrare.
Chiusa la porta sorride a Sasha: - Ciao- gli sussurra e si protende verso di lui. Il mio amico non esita ad andargli incontro e a scambiarsi un bacio intenso, mentre le mani del padrone di casa corrono sulla sua schiena e finiscono con una bella strizzata di chiappe.
Io fisso la scena imbarazzato ma appena si separano Carlo si avvicina, mi prende il mento tra il pollice e l'indice e sussurra: - Ciao anche a te- poi la sua lingua è nella mia bocca. Sentire il suo corpo bollente addosso mi confonde come sempre. La sua lingua scava tra le mie labbra, ormai è diventato un gesto normale, neanche fossimo fidanzati. Le sue mani replicano il gioco fatto con Sasha, accarezzano la schiena, arrivano al sedere e mi afferrano i glutei stringendoli e tirandomi a sé quanto basta per avvertire la sua poderosa erezione già in corso.
Quando mi lascia sono un po' affannato e rosso in viso. Lui ci fissa: - Bene, son felice che abbiate fatto pace, adesso salutatevi anche voi no? -
Mi volto a guardare il mio amico perplesso, ma Carlo non esita, mette una grande mano calda sulla mia nuca e l'altra su quella di Sasha e ci spinge i visi uno contro l'altro. Non so perché mi imbarazzi tanto l'idea di limonare il mio amico, immagino perché è il padrone di casa ad ordinarlo. Ma le labbra delicate del ragazzo si posano sulle mie, si muovono dolcemente e poi mi solletica con la lingua. Apro la bocca e ci scambiamo un bacio intenso mentre le mani di Carlo scendono a palpeggiarci il sedere e a spingerci più vicini. Sento le braccia di Sasha cingermi la schiena e lo imito, strusciando il pisello contro il suo, siamo duri entrambi e le mani di Carlo che ci toccano il sedere e il suo sguardo, fisso sulle nostre bocche che si slinguano, devo ammetterlo, contribuiscono ad eccitarmi.
Finalmente ci permette di separarci togliendo le mani. Sasha mi sorride malizioso, passandosi la lingua sulle labbra.
- Ottimo inizio! Ora via i vestiti! Lasciateli pure qui per terra!- ordina Carlo avviandosi verso il divano. Inizio ad obbedire mentre fisso la sua schiena muscolosa allontanarsi.
Abbiamo poca roba addosso e in casa si sta bene, ci mettiamo poco a togliere maglie, scarpe, calzini e pantaloni.
Quando Carlo, che ormai è seduto al centro del divano, vede i perizomi da un sospiro e ci ingiunge di tenerli su. Il mio è quello che mi ha regalato lui. Sasha ne ha uno rosso che sulla sua pelle diafana fa un magnifico effetto.
- Giù a gattoni e venite dal vostro padrone, micetti: ho qui il vostro giocattolo.-
Mi volto verso il mio amico imbarazzato, ma lui è già a quattro zampe, come ipnotizzato dall'enorme cazzo di Carlo che svetta tra le sue gambe, turgido, ritto, gonfio, solcato da qualche vena. Ogni volta che lo vedo mi pare più grande di quanto me lo ricordassi.
Imito Sasha, mi metto giù e avanzo sul pavimento. Quel modo di camminare ci costringe a mostrare i sederi e ad ancheggiare leggermente. Il padrone di casa pare riempirsi gli occhi. Man mano che ci avviciniamo prendiamo coordinazione, per arrivare assieme. Mi sembra quasi di sentire l'odore di quel cazzo che mi confonde il cervello. Tanto che quando arriviamo all'obiettivo non posso evitare di inspirare profondamente quell'aroma pungente e muschiato.
Sasha allunga una mano, impugna l'arnese alla base, mi guarda malizioso mentre finisce di scappellarlo. Una goccia di precum brilla in punta alla grossa cappella a fungo, violacea e lucida per quanto è tesa.
-A te il primo boccone!- mi sussurra il mio amico, dirigendo il cazzo pulsante verso di me. Sembra totalmente a suo agio in quel gioco. Io mi protendo, lecco con la punta della lingua quel liquido trasparente e saporito come un'ostrica appena pescata, poi gli scocco un bacio.
Sasha apprezza l'idea e inizia a baciare le palle. Carlo sospira a gambe aperte, con le nostre teste che si muovono su tutta l'asta, coprendola di baci e aumentando il desiderio di qualcosa di più intenso. La sua mano grande e forte inizia ad accarezzarci la testa. Sono sorpreso di quanto sappia essere dolce e piacevole. Così estraggo la lingua.
Ora ci rincorriamo leccandolo tutto, non deve restare fuori nemmeno un centimetro.
La presa del padrone si fa più decisa e guida le nostre teste portandole alla stessa altezza e spingendoci a leccare in sincrono il suo pisellone, aiutati da lenti movimenti del suo bacino. Mi sorprendo a chiedermi di cosa sappia il cazzo, ma la verità è che non ha un vero sapore, soprattutto ora che è coperto dalle nostre salive, eppure colgo qualcosa di salato. Un po' sarà il precum che gronda sugoso dalla punta, un po' una sensazione data dall'odore che si sparge attorno a noi. Mi rendo conto che non è solo quello del cazzo di Carlo, l'aria si sta velocemente saturando dell'aroma tipico del sesso, un miscuglio di pelle, ormoni, sudore, precum… Carlo interrompe i miei pensieri guidandoci sulla cappella e spingendoci verso di essa. La lingua di Sasha guizza sulla punta gonfia di quel pisello da film porno e si intreccia alla mia. In breve finiamo a limonare con quel grosso ostacolo in mezzo a noi. Carlo sospira soddisfatto. Allungo la mano, impugno il cazzo, Sasha sta massaggiando le palle. Non resisto, lo tiro verso di me e me lo infilo in bocca. Sono arrapato dalla sensazione di pieno, di forza, che mi da quella mazza che pulsa contro la mia lingua. Muovo la testa, cerco di prenderne più possibile senza soffocare, di succhiare e leccare.
Quando mi sollevo trovo gli occhi cerulei di Sasha che mi osservano interrogativi, così sputo la cappella e la dirigo verso di lui. Le sue labbra l'avvolgono all'istante e io passo a leccare le palle.
Ci alterniamo per un po', poi Carlo ci dice di stenderci sul divano, ai suoi lati, per continuare.
Obbedisco volentieri, cominciavano a darmi fastidio le ginocchia. Appena stesi ricominciamo il nostro lavoro e le mani di Carlo ci sfiorano le schiene e corrono giù verso il sedere. Siamo tutti e due piccoletti, io e il mio amico, e lui invece è grande, con braccia lunghe. Ci mette poco ad arrivare al solco. Lo accarezza piano ed esclama soddisfatto: - Ah che porcellini! Qui ci sono due buchetti belli morbidi! Già pronti per essere impalati!- e accompagna le parole infilando il medio. Io sussulto con un gemito. In quella posizione non può andare troppo a fondo, ma effettivamente la crema di Sasha è miracolosa, il dito entra ed esce piano, senza darmi alcun fastidio. Carlo lo muove, lo spinge, inevitabilmente entrambi iniziamo a mugolare.
Non dura molto, il nostro regista ha altre idee: mi fa alzare in piedi sul divano, in modo da avere il cazzo a portata della sua faccia. Mi scosta il perizoma liberando il mio uccello già bello teso, visto che non ho fatto altro che sfregarlo sul divano fino ad ora.
Lo guarda soddisfatto: - Ha un bel cazzo, il nostro Lorenzino, vero Sasha?- chiede prima di infilarselo in bocca. La risposta del mio amico mi strappa un sorriso, visto che risponde con la bocca piena, quasi che lasciare quell'arnese per rispondere sia troppo faticoso.
La bocca di Carlo mi avvolge il cazzo, la sua lingua ci danza attorno mentre succhia, ma il gemito mi sgorga dalla gola quando, facilitato dalla posizione, trova di nuovo il mio buchetto e ci infila un dito. Questa volta il suo grosso medio affonda tutto dentro di me, fino alla base. Esce e subito dopo rientra accompagnato dall'indice. Sento uscirmi dei miagolii dalla bocca, mentre il mio padrone di casa muove le dita dentro di me, prima le ruota, poi spinge, poi le oscilla, infine cerca la prostata, muovendole alternativamente, come se dicesse a qualcuno di avvicinarsi. Sono in fiamme, la combinazione del pompino e di quel trattamento mi manda ai pazzi, soprattutto visto che, grazie al lavoretto fatto prima dal mio amico, il mio buchetto era già un po' dilatato e reso elastico e scivoloso dalla crema che ci ha spalmato.
Sento sfilare le dita. Sospiro e Carlo le reinfila, ma questa volta sono tre. Devo appoggiarmi sulle sue spalle per non cadere, mentre mi metto in punta di piedi, cercando di sfuggire a quell'assalto, inutilmente, chiaramente. Muovere le tre dita non è altrettanto facile, Carlo si limita a spingerle dentro e fuori per brevi tratti, mentre i miei mugolii si mescolano al rumore delle due bocche che bagnano i cazzi: quella di Carlo sul mio, quella di Sasha sul suo.
Mi sento la testa che gira. In queste settimane sono stato talmente svezzato che tutta questa cosa mi sembra quasi normale. Eppure sono li, con il cazzo nella bocca del mio padrone di casa e le sue dita piantate dentro di me, per pagare il mio affitto.
Mentre lo penso Carlo si scosta: - Ok, micetto, visto che sei tu che devi pagare l'affitto, avrai l'onore di impalarti per primo! Forza, Sasha, dai una mano al tuo amico a sedersi sul braccio di papà!-
Sbianco. Per quanto sia già successo, l'idea del pisellone di Carlo nel culo mi spaventa sempre. Ma l'uomo mi afferra per i fianchi e mi spinge verso il basso.
Sento la punta bagnata del pisello sfiorarmi la rosellina, Sasha lo dirige con precisione verso l'entrata. Mi strappa un gemito, dandomi delle piccole leccate al buchetto già spanato dalle dita del mio aguzzino, mentre Carlo continua a spingermi e il mio amico tiene il cazzo in posizione.
Sento la punta della cappella violarmi senza difficoltà, ho il buchetto già aperto. Incontro gli occhi scuri di Carlo, che mi fissa libidinoso mentre stringe il mio bacino e lo guida sempre più giù. Sto praticamente facendo uno squat sul suo cazzo. Cerco di rilassarmi e di spingere col buchetto. La cappella entra tutta e viola l'anello senza praticamente nessuna resistenza. Sono sorpreso, ma appena l'entrata è superata, il mio padrone di casa mi spinge con decisione verso il basso e al contempo solleva il bacino. Spalanco gli occhi e la bocca in una specie di grido di sorpresa, mentre avverto centimetri di carne bollente farsi strada dentro di me. Il cazzo è d'acciaio, ne avverto la forma, la cappella che va sempre più in fondo, il corpo grosso e duro che stiracchia l'anello e le pareti del mio retto che si aprono e lo avvolgono. Mi manca il fiato. Ma Carlo non ha pietà. E inizia a spingere ritmicamente il mio sedere verso il basso e il suo bacino verso l'alto. Istintivamente mi aggrappo a lui, cingo le sue spalle, gli affondo il viso nel collo mentre gemo. E lui mi sorprende abbracciandomi. Sono avvolto dalle sue braccia muscolose, una mano è sulle natiche e mi dà il ritmo che diligentemente cerco di mantenere, l'altra mi accarezza la testa: - Bravo il mio cucciolotto, bravo. Così, impalati per bene, che ormai sei esperto!- Mi sussurra.
Non so come faccia a farmi dare di matto così, ma quella dolcezza mentre mi dice parole sconce e il suo cazzo che aumenta il ritmo trapanandomi a fondo, mi fanno impazzire. Istintivamente mi stringo a lui, cerco la bocca. Limoniamo mentre sento la linguetta di Sasha lappare il punto in cui i nostri corpi si congiungono. Penso imbarazzato che sento il sederino umido, probabilmente mi sto bagnando da solo e il mio amico sta assaggiando il mio sapore più intimo. Sono lieto di essermi lavato per bene. Improvvisamente Carlo mi lascia e mi spinge indietro.
Grido di sorpresa, più che altro, perché reclinandomi il cazzo arriva più a fondo, viola ogni mia resistenza. Sento le palle di Carlo contro le chiappe.
- Avanti Sasha, vieni su con quel tuo bel pisello!- dice Carlo.
Il mio amico non se lo fa ripetere, sale sul divano, si mette in piedi come ero io poco fa, con il perizoma rosso gonfio della sua erezione, la punta del pisello già oltre il bordo.
- Forza, triaglielo fuori!- Ordina Carlo riprendendo a muoversi.
Mi tremano le mani mentre armeggio col cazzo del mio compagno di appartamento. Lo impugno, lo estraggo dal ridicolo indumento, lo sego leggermente apprezzandone la durezza tra le mie dita. Le mani di Carlo sono di nuovo sul mio sedere, agguanta le natiche, le separa e spinge, mi strappa gridolini, mentre Sasha avanza leggermente verso di noi.
Carlo mi toglie il pisello di mano e inizia a succhiarlo. Il mio amico geme. Sto saltellando sul braccio dell'uomo che sputa il cazzo e mi invita a prenderlo in bocca. In breve Sasha è tra me e Carlo, di schiena. Io gli succhio il pisello e il padrone di casa gli lecca il buchetto, senza perdere un colpo nel ritmo con cui mi penetra a fondo. Alzo gli occhi e incontro quelli cerulei di Sasha, evidentemente in estasi. Mi accarezza la testa, mugola quando Carlo gli infila due dita dentro.
Poi lo fa girare. Le mani dell'uomo lasciano il mio sedere, si posano su quello del mio amico e lo divaricano esponendo il buchetto, quello che io stesso ho scopato ben due volte. Non deve dire nulla e affondo la lingua. Sasha sussulta e io faccio del mio meglio per farlo godere. Un dito di Carlo si fa strada da sotto, si infila ed esce veloce, strappandogli un gridolino e io lo sostituisco con la lingua, ripetiamo quel gioco, prima con due dita e poi con tre.
-Bene, cambio della guardia!- ordina Carlo.
Sono sorpreso di me, ma ho una istintiva resistenza a lasciare il posto. Me ne vergogno e mi sollevo con cura. Le gambe mi tremano, immagino per la posizione.
Carlo fa girare Sasha, in modo che sia di schiena: -Avanti, ricambia il favore!- mi dice quel porco. Non posso fare altro che mettermi tra le sue gambe e impugnargli il cazzo, grondante degli umori del mio buchino e dirigerlo verso il mio amico. Carlo lo guida a scendere verso il basso. Ma in quella posizione posso guardarlo. Mi sorride. Gli do una veloce leccata al buchino, poi punto il pisello. Come con me, Carlo non ha pietà. Appena la punta della cappella è dentro, spinge il bacino in alto e contemporaneamente cala il ragazzo verso il basso. L'enorme arnese scivola nel buchetto dilatato. Il cazzo di Sasha sobbalza, le gambe divaricate posate sul divano tremano, lui da un gemito. Poi Carlo inizia a muoversi e gli impugna il pisello che si stava smollando facendolo tornare d'acciaio: - Forza Lory!- mi incoraggia. Non deve dire altro e mi getto su quel arnese. Non devo fare granché, il ritmo della monta impartisce il movimento. Sasha geme come non l'ho mai sentito. Scendo a leccargli le palle e poi non resisto, lecco anche l'asta di Carlo quando solleva il mio amico e il punto in cui i due corpi si congiungono. Sento il sapore dei nostri umori mescolati, mi sento una troia, penso per un secondo che Carlo mi ha rovinato, poi un nuovo gemito del mio amico mi riporta al presente e decido che non mi importa. Ho ancora la sensazione di quel cazzo nel culo e devo dire che ho goduto.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Carlo afferra le gambe di Sasha, le unisce, da due colpi così e poi gliele fa posare a terra. Ora è seduto sul suo cazzo, in mezzo alle sue gambe divaricate. Altro movimento fluido e mi ritrovo a sorreggere Sasha: il padrone di casa lo ha spinto in avanti e si è messo in piedi. Il mio amico mi sta abbracciando, la testa sulla mia spalla e una serie di mugolii che segnalano ogni spinta.
Ma 'uomo non è ancora soddisfatto, dopo un paio di colpi decisi afferra Sasha per i capelli e lo tira a sé. Il mio amico trema, Carlo deve piegare le gambe per continuare a scoparlo, se si mettesse in piedi, visto quanto è alto, il ragazzo non potrebbe toccare terra. Lo tira a sé, lo bacia mentre con un braccio lo tiene stretto e il rumore del cazzo che gli sfonda il culo si confonde a quello delle loro lingue che si rincorrono.
- Mettiti a pecora sul divano!- ingiunge appena si separano.
Un pensiero mi attraversa, non vorrà…? Ma non ho tempo di pensare, eseguo, e capisco che la mia idea era corretta. Carlo impugna il cazzo di Sasha, si muove verso di me, lo punta al mio buchino, ancora dilatato dalla trapanata appena subita e lo affonda.
Grido io, grida Sasha, Carlo grugnisce.
Il mio amico crolla sulla mia schiena. La sua testa accanto alla mia: -Ti ho fatto male?- Rantola preoccupato. Quella dolcezza quasi mi commuove. Allungo una mano per accarezzargli la testa: -No, no, anzi!- gemo. Ora Carlo dà il ritmo all'inculata. Non so come sarebbe scopare normalmente col mio coinquilino, ma ora i colpi sono quelli del padrone di casa che dal suo culo si riverberano nel mio. Il ritmo non è troppo sostenuto, ma le spinte sono forti. In breve siamo tutti un gemito, finché il padrone di casa non allunga una mano e impugna il mio cazzo moscio. La stimolazione produce lentamente risposta, lo sento indurirsi, credo che potrei impazzire. Il corpo bollente di Sasha sulla mia schiena, il suo bel cazzo che mi stantuffa nel culo e la mano di Carlo che mi sega. Mi chiedo che fine ha fatto la parte timorosa di me. Ma Carlo interrompe quel pensiero con una solo parola: Cambio!
Fa stendere Sasha di schiena sul divano con le gambe larghe, si posiziona dietro di me e me lo infila in un colpo solo. Sono talmente dilatato e preso dal piacere che non sento dolore, solo la differenza di dimensioni. Mi da qualche botta così, a pecora sul divano.
Poi mi riafferra il cazzo duro, esce da me, mi fa inginocchiare. Non deve dire nulla, spingo il pisello nel culetto di Sasha, che sembra non chiedere altro. Quando entro straluna gli occhi e geme. Poi Carlo è di nuovo dentro di me e riparte col ritmo forsennato. Non resisto, mi accascio sul mio amico, lui mi abbraccia, le nostre bocche si incontrano, limoniamo.
- Bravi i miei micetti! Così vi voglio- ci incita Carlo che inizia ad estrarre del tutto il cazzo dal mio culo e a reinfilarlo con forza. Grido, mi dimeno, il culo di Sasha è morbido, avvolgente, bagnato, il mio pisello scivola senza ostacoli. Le spinte di Carlo mi costringono ad andare a fondo, le mie reazioni istintive mi fanno muovere il cazzo in modo sincopato. Ad un tratto Sasha smette di baciarmi, sembra spaventato, sembra quasi voglia spingermi via, me non si muove coordinato. Mi spavento ma Carlo si pianta bene a fondo dentro di me, strappandomi un grido: -Oh, il nostro Sasha sta per fare lo spettacolino… goditelo!- mi sussurra all'orecchio. Nel contempo mi afferra i fianchi, mi stringe e mi da il ritmo per la scopata. Io credo di impazzire, sento il mio amico tremare, ruota indietro gli occhi, muove le braccia in modo un po' convulso. Vorrei fermare tutto questo, ma Carlo aumenta il ritmo, il mio cazzo di marmo viola il buchetto di Sasha senza pietà. Poi lui da un gemito più forte e il suo cazzo moscio erutta una fiumana di sperma. Gli tremano le gambe e l'ano inizia a contrarsi con forza.
Io perdo il controllo, Carlo mi gira la testa e mi infila la lingua in bocca. Gemo nelle sue labbra e sborro. Una eruzione mai provata prima in vita mia. L'orgasmo parte dal cazzo, scende nel perineo, si diffonde all'ano spanato dal martellare di Carlo, risale la schiena, mi arriva in testa. Potrei piangere mentre inondo l'intestino del mio coinquilino con potenti spruzzi.
Carlo mi lascia e io cado tra le braccia di Sasha, sta ancora tremando, ma ha lo sguardo languido.
A sorpresa sento il padrone di casa sfilarsi, si sega, sale sul divano. Non deve dire nulla, io e Sasha ci voltiamo verso di lui, verso il suo cazzo, e lui erutta sul nostro viso quattro, cinque potenti schizzi che indirizza alternativamente verso le nostre bocche aperte mentre ruggisce di piacere.
Dopo l'ultimo schizzo infila il cazzo in mezzo a noi e diligentemente iniziamo a pulirlo. Quando è lindo ci prende le teste e inizia un bacio a tre, con leccate sul viso per ripulirlo dallo sperma.
Intento il cazzo mi si è ammosciato e scivola fuori dal culetto di Sasha. Credo abbia avuto un orgasmo anale. È stato impressionante. E mi scopro un po' invidioso, nonostante il piacere che ho provato anche io.
Lentamente il bacio si quieta. Carlo si stende e ci fa un cenno. Obbedienti ci mettiamo ognuno su un fianco, con lui in mezzo, gli appoggiamo la testa sul petto e ci lasciamo andare alle pigre carezze che ci fa sulla schiena. Incredibile ma vero, pagare l'affitto sta cominciano a piacermi. Mi chiedo, mentre scivolo nel sonno, se avrò mai una ragazza.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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